Frida Kahlo - Terzo Autoritratto (1930)




Sai cos'è la nostalgia? La incontrerai spesso negli anni a venire, ovunque tu abbia deciso di nasconderti dal mondo. E sarà sempre lei a trovarti, magari nei momenti più insignificanti, nei vuoti della vita che d'un tratto diventano indelebili nella memoria, come una fotografia scattata all'improvviso, quando non te lo aspetti, che rimane a guardarti, stolida e invadente a ricordarti sempre come eri e cosa facevi nell'attimo esatto in cui ti ha colto.







mercoledì 28 aprile 2010

Poveri Partigiani...



Poveri partigiani portati in processione
nei telegiornali, alla televisione
sopravvissuti un tempo alle fosse comuni
ma seppelliti in questo tempo dall’informazione.

Sfilano il 25 aprile, con le medaglie appese alle bandiere
accanto alle mogli dei sottosegretari appena uscite dal parrucchiere
dicono sottovoce: “viva la Costituzione
ma adesso è tardi mi chiude la posta...
devo prendere la pensione…"

Poveri deportati che mostrano la matricola alle telecamere
tra una pubblicità e l’altra il tetro tatuaggio
“questo sterminio vi è gentilmente offerto da una bibita gassata e da un famoso formaggio”

Poveri nomi e cognomi dei caduti di tutte le guerre
che stanno sempre sulla bocca degli onorevoli politici
con tutti quei morti in bocca c'avranno sicuramente un alito pesante
la loro lingua è un camposanto... dove resuscitano ogni tanto…

Poveri morti di Nassirya che forse ci credevano davvero
chi muore muore con onore... chi sopravvive vive nel dolore
Povero Nicola Calipari che gli hanno pure intitolato un’isola pedonale
sarà contenta la moglie che ha sposato
una zona a traffico limitato?

Poveri parenti degli eroi
che almeno per un giorno
sono stati eroi anche loro, nei funerali in mondovisione
ma appena il giorno dopo, erano morti anche loro…
erano morti… che ricordavano altri morti.

Ma voi:
Ricordate i morti ma ricordateli vivi
Ricordate i morti ma ricordateli vivi.


Ascanio Celestini

(Nella foto, al centro del gruppo: Sandro Pertini, in piazza Duomo a Milano, 25 aprile 1945)

venerdì 23 aprile 2010

Io provengo da qui...

Eccole qui, le mie radici: la famiglia di mia madre, la bimba più grande.
Mi piacciono lo sguardo diretto di lei e quello placido e sicuro di suo padre ma, in particolare, mi attira e mi incuriosisce quello della mamma.
Nel momento dello scatto la mia bellissima nonna guarda da un'altra parte.
Il suo interesse è, per un attimo, catturato da qualche cosa che sta al di fuori dall'evento.
E' come volesse sottrarsi al contesto, come era tipico di questa donna formidabile, ipersensibile, inquieta, molto diversa dal mondo che la circondava.
Rivedo in lei gli occhi di mia figlia...

giovedì 22 aprile 2010

Bellissimo corto!


Ho incontrato per caso questo cortometraggio vagando sul web.
Fa parte di un progetto cinematografico di Intesa San Paolo (PerFiducia) volto a favorire l'emergere di giovani registi italiani. Il trio Olmi, Salvadores e Sorrentino ha tutorato tre giovani registi emergenti. In questo caso il regista si chiama Alessandro Celli ed il titolo è La Pagella.
Siamo di fronte, secondo me, un vero e proprio gioiello.
Amo in particolare Marco Giallini, il padre, visto in tante fiction Rai.
Il film è stato girato realmente a Rebibbia, sezione femminile.
Parla di un bambino che va a raccontare la sua pagella al padre in carcere.
Seguite con attenzione ogni battuta poichè il finale è veramente sorprendente!

mercoledì 21 aprile 2010

Ipazia di Alessandria, martire del fanatismo cristiano

E’ in uscita in questi giorni il film sulla vita di Ipazia di Alessandria.
La regia è di Alejandro Amenabar, il grandissimo di Mare Dentro, quindi c’è la garanzia di una certa serietà di intenti.
Il fatto che sia un kolossal da cinquanta milioni di euro preoccupa un poco sulla fedeltà al tema e sulla riuscita dell’intento di rappresentare al meglio questa formidabile figura.
La vita (e la morte) di questa donna meritano rispetto e sensibilità.
Sono stato da sempre affascinato da Ipazia, quindi vorrei raccontare la sua vicenda per chi non la conosce.
Ipazia di Alessandria, matematica, astronoma, filosofa, divulgatrice di cultura, insegnante, martire leggendaria, riveste una grande importanza nella storia della scienza.
Si tratta, infatti, della prima donna matematica della storia che abbia lasciato tangibili segni dei propri studi in un campo completamente dominato dagli uomini ancora oggi.
Dovremo arrivare addirittura a madame Curie per trovare una donna di questo spessore.
Possiamo dunque dire che Ipazia sia stata, per quindici secoli, l’unica scienziata della storia.
Figlia di un matematico e astronomo, seguì le orme del padre nello studio delle scienze esatte (geometria e astronomia).
Si recò ad Atene e a Roma per i suoi studi e qui si mise in luce per le sue doti intellettuali e per la sua bellezza.
Di ritorno ad Alessandria insegnò matematica, meccanica, astronomia e filosofia. La sua casa diventò un centro intellettuale.
La sua opera più significativa è costituita dai tredici volumi di commento all’ Aritmetica di Diofanto, considerato il padre dell’algebra.

martedì 20 aprile 2010

Come abbiamo fatto?



Scrivere post è un po' come iniziare una dieta o iscriversi in palestra, si rimanda sempre al giorno dopo.
Le notizie sono quelle che sono, le idee anche, il morale pure...
Poi, una sera, vagando su YouTube ti imbatti in un video come questo, datato 1964, trasmesso dalla televisione di Stato, magari in prima serata, sull'unico canale allora disponibile e ti chiedi: "ma come abbiamo fatto a finire così?"
La Rai di allora, puritana e bacchettona fin che si vuole, era però diretta da persone che avevano rispetto per la democrazia e la passione politica, al contrario delle mezze tacche, supponenti e incapaci, che oggi deturpano le nostre serate...

venerdì 16 aprile 2010

Arcivescovo Oscar Romero




Ricorre quast'anno il trentennale dell'assassinio dell'arcivescovo di San Salvador Oscar Romero.
Nato da una famiglia di umili condizioni, studiò a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana. Ordinato sacerdote nel 1942, fu dapprima fedele alla Chiesa più conservatrice. Questo gli fece guadagnare la stima dell'oligarchia del suo Paese, e nel contempo gli alienò le simpatie dei settori più progressisti del clero, in particolare i gesuiti che reggevano l'Università Centroamericana di San Salvador.
Il 15 ottobre 1974 viene nominato vescovo di Santiago de María, nello stesso Stato di El Salvador, uno dei territori più poveri della nazione. Il contatto con la vita reale della popolazione, stremata dalla povertà e oppressa dalla feroce repressione militare che voleva mantenere la classe più povera soggetta allo sfruttamento dei latifondisti locali, provocano in lui una profonda conversione, nelle convinzioni teologiche e nelle scelte pastorali.

giovedì 15 aprile 2010

Volver (tornare)


“Volver… con la frente marchita, 
Las nieves del tiempo platearon mi sien…
Sentir… que es un soplo la vida,
 Que veinte anos no es nada,
 Que febril la mirada, errante en las sombras,
 Te busca y te nombra.
 Vivir… con el alma aferrada
 A un dulce recuerdo
 Que lloro otra vez…”
(Ritornare…con la fronte appassita,
 le nevi del tempo che argentarono la mia tempia…
Sentire…che è un attimo la vita,
 che 20 anni non sono niente, 
che febbrile lo sguardo, errante nelle ombre,
 ti cerca e ti nomina
 Vivere…con l’anima aggrappata
a un dolce ricordo
che piango un’altra volta…)

Penso che Volver sia uno dei film più intensi che ho visto e che, in particolare, questa canzone ti si aggrappi al cuore e non lo molli più.
Il film è stato il mio incontro con Almodovar, che ha poi originato la mia passione per i suoi lavori precedenti.
E' questo un regista irritante, rutilante, provocatore, barocco al limite del trash.
I dialoghi nei suoi film sono aspri, veloci, irreali. Non disdegna l'assurdo, il soprannaturale.
Certi eccessi sono consentiti soltanto a lui.
Però ti resta dentro, non lo guardi mai con indifferenza. Lo puoi amare o detestare ma ti lascia sempre qualcosa.
Penelope Cruz, la sua musa, poi, ha un fascino incredibile...
La canzone che esegue in questo video si chiama come il film ed è stata scritta nel 1934 dal grande compositore sudamericano Carlos Gardel, un'autentica icona tra gli amanti del tango e non solo.

Carlos Gardel – El morocho del Abasto – è uno dei grandi Miti dell’Argentina: gli altri sono Evita, El Pibe, El Che.
Volver – che significa ritornare, ma anche ricordare, rincasare, ecc. – è un tango che Gardel scrisse nel 1934, un anno prima di morire in Colombia causa un assurdo incidente aereo; era nato nel 1887, o forse nel ’90 in Francia, o forse in Uruguay: in fondo, per la costruzione di un mito, concorrono anche le origini incerte. Certo Gardel era un vero porteño del quartiere di Abasto, Buenos Aires.
In realtà qui canta Estrella Morente, splendida voce nel panorama del flamenco mondiale. Il brano, infatti, è  adattato allo stile del flamenco, a differenza dell'esecuzione di Gardel.
Penelope Cruz si limita a doppiarla, ma l'effetto che ne nasce è delizioso.

E, per chi fosse appassionato, ecco la versione originale del grande Gardel:

mercoledì 14 aprile 2010

Una Kate Winslet straordinaria...


Michael è un ragazzo che, nella Berlino del dopoguerra, viene soccorso da una avvenente donna sulla trentina. Quando, guarito da una grave malattia, si reca da lei per ringraziarla viene a sua volta gratificato dal desiderio sessuale che la donna prova nei suoi confronti. Da quel momento continueranno a incontrarsi ma, insieme ai frequenti rapporti sessuali, si dedicheranno alla lettura dei classici. Infatti Hanna ama moltissimo le letture di Michael. Il quale, ormai adulto e divenuto avvocato, sta tornando col pensiero a quella misteriosa donna della quale, del tutto casualmente, aveva negli anni successivi scoperto il drammatico passato.
Un film intensissimo con un'attrice che amo molto. Lo consiglio a tutti.

lunedì 12 aprile 2010

Missione nel bosco



E' successo in un attimo: durante la camminata nel bosco abbiamo visto quell'acqua che usciva dal terreno e, scrosciando da un muretto, si stava mangiando un pezzo di mulattiera.
Avere amici come Andrea e Maria è bello anche per questo: senza nemmeno parlarci ci siamo trovati in mezzo al fango a cercare di deviare quell'acqua.
Non avevamo niente con noi, quindi i nostri attrezzi sono diventati i bastoni, le pietre e le nostre mani.
Abbiamo lavorato quasi un'ora ma, alla fine, l'acqua era deviata e la mulattiera salva.
Allora, pieni di fango ma soddisfatti, abbiamo ripreso la passeggiata.
Era il pomeriggio del 5 aprile, Pasquetta...

Staino for president!


venerdì 9 aprile 2010

Don't think twice, It's all right

In questi giorni difficili questa canzone è stata la mia colonna sonora.
Quando sei in difficoltà ti rivolgi agli amici e, per me, Bob è un vecchio amico.
Nelle ultime settimane l'ho ascoltata migliaia di volte, in tutte le versioni possibili. Questa è decisamente quella che preferisco.
Ci sono su YouTube problemi di diritti visivi della Sony per cui ogni tanto questo video è bloccato. Se succedesse cercate qualche altra versione in rete ma ascoltatela: secondo me è la miglior canzone di Bob Dylan.
E' un pezzo del 1963 compreso nel Lp The Freewheelin' Bob Dylan (lo stesso che comprendeva la famosissima Blowin' in the wind).
Parla di un uomo che lascia la sua donna perchè lei non lo ama più...
O meglio, lo ama male. In alcuni passi mi sono riconosciuto ma sono comunque la voce di Bob e la sua musica ad avermi aiutato.
E' incredibile quanto una canzone possa entrarti dentro e sorreggerti.
Finisce con queste parole: "Non voglio dire che tu mi abbia trattato male.
Certo potevi far meglio ma non fa niente
, hai soltanto sprecato il mio tempo prezioso.
Non pensarci, perchè va bene così"



Il video è di nuovo bloccato, e così quasi tutte le versioni di Bob Dylan.
Ho caricato queste due, che non sono certo le migliori, ma volevo comunque renderle disponibili. Una è del 1965, un Bob quindi giovanissimo. L'altra è del 1999 con Bob che, con una voce praticamente devastata, suona in compagnia di Eric Clapton. (Luglio 2014)

Il dono dell'aquila


Un anno e mezzo fa se ne andava in mio amico Renato.
Un cancro lo ha vinto dopo cinque anni di schermaglie.
Dico schermaglie perchè lui ha sempre disprezzato, a volte ignorato, questa malattia, pur sapendo che non le sarebbe sopravvissuto.
Renato era la persona più intelligente, profonda, sensibile, capace e complessa che io abbia mai conosciuto.
Aveva una cultura sterminata, una sensibilità musicale sopraffina, una mente lucidissima. Nel contempo, però, possedeva un'abilità manuale incredibile. Ogni lavoro al quale si dedicava riusciva alla perfezione, come fosse stato fatto da un professionista. Se un progetto si formava in quella mente pazzesca, questo era già realtà.
Lui spesso mi diceva: "Non so come, ma le mie mani lavorano da sole..."
Dipingeva meravigliosamente, suonava il pianoforte, componeva poesie.

martedì 6 aprile 2010

Queste erano le luci della mia Pasqua


La mia casa nei boschi riesce, talvolta, a regalarmi delle sensazioni incredibili offrendomi, ad esempio, questi contrasti di luce.
Il verde intensissimo dei prati, i fiori bianchi sugli alberi, le forsizie... Il tutto sferzato da un sole radente, quasi beffardo.

Guarda l'unico video originale esistente di Frida Kahlo

Vengono i brividi a vedere questo video: è lei, è davvero lei...